Ghana: ospedali a rischio blackout - Nigrizia
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Ultimatum del fornitore di energia: o pagate o stacchiamo la spina
Ghana: ospedali a rischio blackout
La Electricity Company of Ghana ha un debito di 1,5 miliardi di dollari per acquisti di elettricità. E decine di milioni di pagamenti non riscossi di forniture. Ora minaccia di lasciare gli ospedali al buio se non incasserà 20 milioni di dollari di arretrati entro pochi giorni
15 Marzo 2024
Articolo di Antonella Sinopoli (da Accra)
Tempo di lettura 4 minuti

Sono 91 gli ospedali in Ghana che rischiano il taglio della corrente elettrica. Questo a causa del forte debito accumulato nel tempo nei confronti dell’Electricity Company of Ghana (ECG). Si tratta di 20.3 milioni di dollari che se non pagati entro gli ultimi termini stabiliti costringeranno la compagnia a interrompere la fornitura.

E andiamo da piccoli ospedali ai più noti e frequentati, come il Ridge Hospital, il Korle Bu Teaching Hospital e il 37 Military Hospital ad Accra. Ma ospedali debitori, con bollette inevase da oltre un anno, sono anche nella regione Ashanti, in quella del Volta e nell’Eastern Region.

I nosocomi si sono visti recapitare un avviso da parte dell’ECG a pagare entro pochi giorni. In caso contrario – avverte la compagnia – si provvederà a disconnettere il servizio e ad adire le vie legali.

Per tutta risposta i manager delle strutture hanno fatto sapere che il pagamento di bollette di tale natura sono di competenza dei ministeri delle Finanze e della Salute.

Un primo segnale del fatto che la ECG fa sul serio quando minaccia di staccare la spina si è avuto il 29 febbraio scorso quando, interrompendo un dibattito sul discorso del presidente sullo stato della nazione, la compagnia ha temporaneamente tagliato le forniture di energia al parlamento, nei confronti del quale vanta un credito di 1,8 milioni di dollari.

La situazione non è affatto rosea, considerato che il distributore di energia statale sta affrontando una significativa sfida finanziaria con uno sconcertante debito, pari a 1,5 miliardi di dollari, nei confronti dei produttori indipendenti di energia (IPP) per gli acquisti di elettricità.

A luglio dello scorso anno il governo ghanese cercò di rinegoziare il debito in vista dell’accordo sul prestito da 3 miliardi di dollari da parte del Fondo monetario internazionale (FMI), prestito accordato per aiutare il paese a superare la peggiore crisi economica che sta attraversando da decenni a questa parte.

Ma l’ECG – e il governo in primis – non riescono ad uscire dall’impasse. E nemmeno è stato mai risolutivo il ricorso alle power ship, navi per la produzione di energia e che forniscono elettricità a paesi che affacciano sul mare, tra questi il Ghana, appunto. 

Va specificato che anche i privati stanno subendo un certo pandemonio che si è creato negli uffici dell’ECG a partire dal periodo della pandemia da Covid-19, quando il presidente Nana Akufo-Addo promise la sospensione dei pagamenti delle bollette.

Da allora la lettura dei contatori casa per casa è stata raramente effettuata e le bollette non sono arrivate. I cittadini hanno scoperto però di aver accumulato centinaia e, nella maggior parte, migliaia di Ghana Cedi di debito e sono stati invitati a recarsi negli uffici territoriali per saldarlo.

Inutile dire che sta ricominciando a ritmi che non si vedevano da tempo (una delle promesse del nuovo governo era stata proprio questa) il dumsor, termine con il quale si indica l’interruzione sistematica, alternata e senza nessun preavviso dell’energia elettrica.

E in molte aree, anche e soprattutto nella capitale, si fanno i conti con la scarsità d’acqua, tant’è che la gente deve risolvere chiamando imprese private fornite di grandi tank e spendendo cifre molto alte.

A peggiorare la situazione da un paio di giorni si sta registrando un blackout di Internet. MTN, la principale compagnia del paese, ha inviato un messaggio ai propri abbonati dicendo che è dovuto ad una “interruzione dei cavi sottomarini internazionali”. La situazione riguarda tutto il “corridoio” che dal Sudafrica sale verso il Golfo di Guinea. Uno dei paesi più toccati è proprio il Ghana con il 25% del blocco.

Una crisi annunciata

La crisi economica che sta colpendo il paese è una crisi annunciata, come già scritto, e le prossime elezioni previste per dicembre 2024 non faranno che continuare ad esasperare la popolazione che deve fare i conti con la realtà e non con le promesse.

Una grande confusione, per usare un eufemismo, ha caratterizzato non solo la gestione delle casse dello Stato – il debito pubblico ammonta a circa 50 miliardi di dollari – ma anche il governo della Banca centrale.

Secondo alcuni economisti ci vorranno oltre 45 anni perché si riprenda dalle esagerate perdite accumulate in questi anni. Non stupisce che il ministero delle Finanze abbia esortato il presidente Akufo-Addo a non firmare la legge anti-gay approvata in parlamento qualche settimana fa.

Il timore è quello di irritare la comunità internazionale e le istituzioni, anche quelle finanziarie, mettendo così a rischio il prestito del FMI, ma anche quello da 3,8 miliardi di dollari della Banca Mondiale.

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