Ghana: silurato il ministro dell’Economia Ken Ofori-Atta - Nigrizia
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Il paese ha un deficit finanziario di 15,06 miliardi di dollari da colmare da qui al 2026. E a dicembre si vota
Ghana: silurato il ministro dell’Economia Ken Ofori-Atta
Una misura che gran parte della società civile, del parlamento e delle opposizioni chiedevano da tempo, attribuendo al cugino del presidente la responsabilità della crisi economica e finanziaria che ha messo in ginocchio il paese
15 Febbraio 2024
Articolo di Antonella Sinopoli (da Accra)
Tempo di lettura 4 minuti
L'ex ministro delle Finanze Ken Ofori-Atta (Credit: Ministero delle Finanze del Ghana)

Comincia la resa dei conti. Almeno in apparenza. A dicembre si voterà in Ghana e questi saranno i mesi in cui si dovrà convincere l’elettorato che non è del governo (e del presidente in carica) la colpa della più grave crisi economica che ha investito il paese negli ultimi anni.

Semmai di fattori esterni – come l’epidemia del Covid-19 la guerra in Ucraina, e via discorrendo – o del comportamento scellerato di singole persone. Per esempio il ministro delle Finanze (ex ministro, in realtà, da pochissimi giorni), accusato di una gestione assai sbagliata delle questioni economiche che la nazione si è trovata ad affrontare.

Nana Akufo-Addo si è deciso e ha rimosso dall’incarico il contestato Ken Ofori-Atta, che era stato nominato nel 2017. Tra l’altro cugino del presidente ed è probabilmente per questo che la voce del popolo e di quei numerosi membri del parlamento che ne chiedevano le dimissioni è rimasta così a lungo inascoltata.

Ed è anche per questo che sembra una beffa che dopo averlo rimosso dall’incarico Akufo-Addo gli abbia già assegnato un nuovo ruolo, quello consulente per gli affari economici nell’ufficio della presidenza.

Intanto, in tempo record è stato annunciato il sostituto di Ofori-Atta. Si tratta di Mohammed Amin Adam, che aveva anche ricoperto la carica di viceministro dell’Energia, responsabile del settore petrolifero.

Oltre un anno fa (ma anche andando ancora indietro nel tempo) raccontavamo su queste pagine della profonda crisi che stava interessando il paese, alle prese con debito pubblico, inflazione e deprezzamento della moneta arrivati a picchi storici.

Tanto che, per evitare il default – e questo l’anno prima – il governo si era visto costretto a chiedere l’intervento (in parole povere, un prestito) al Fondo monetario internazionale. Prestito pari a 3 miliardi di dollari.

Con un pagamento immediato di circa 600 milioni di dollari e fornendo così una via d’uscita dalla peggiore crisi economica del paese dell’Africa occidentale negli ultimi dieci anni.

A gestire le negoziazioni e come responsabile delle operazioni di ristrutturazione del debito e – appunto – di implementazione del prestito Extended Credit Facility, fu proprio Ken Ofori-Atta.

L’intervento del FMI ha portato a un sospiro di sollievo ma le polemiche, le manifestazioni di piazza, le accuse da parte dell’opposizione, di analisti e della stessa società civile di essere causa di tale stato di cose, non si sono nel frattempo placate.

Non va dimenticato che questo governo (il mandato del presidente è stato rinnovato dopo i primi 4 anni) aveva garantito l’obiettivo di creare posti di lavoro, combattere la povertà e stimolare la crescita economica tagliando tasse e burocrazia.

In realtà si è assistito a un costante aumento del costo della vita, alla svalutazione della moneta, all’incremento dei costi di trasporto e delle bollette.

In previsione anche il contributo di 1,6 miliardi di dollari della Banca mondiale per il sostegno al budget e alla bilancia dei pagamenti del Ghana, che secondo le stime del FMI dovrà affrontare (lo sta già facendo) un deficit finanziario totale di 15,06 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2026.

Di questi, 4,5 miliardi di dollari (30%) dovrebbero appunto essere ricevuti attraverso finanziamenti ufficiali del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. Si prevede che altri 10,51 miliardi di dollari (70%) saranno finanziati dai risparmi ottenuti dalla ristrutturazione degli accordi sul debito estero.

Ciò significa che il Ghana dovrà garantire una media di 2,6 miliardi di dollari all’anno in riduzione del pagamento del servizio del debito estero durante l’attuazione del programma dal 2023 al 2026. Dovrà farlo nell’ambito del quadro comune del G20. Quadro stabilito dalle 20 maggiori economie del mondo nel 2020.

Ma – come analizzato da The Conversation – “risolvere i problemi del debito estero del Ghana nell’ambito dell’ultimo programma del FMI sarà molto impegnativo, date le recenti esperienze dello Zambia e di altri paesi nell’ambito del quadro comune del G20”.

“Il Ghana, come lo Zambia, potrebbe diventare vittima della geopolitica internazionale del debito, prolungando la riduzione del debito e rendendolo ancora più vulnerabile”.

Senza contare che nell’ambito delle riforme di governance non viene affrontato il finanziamento delle campagne elettorali dei partiti politici.

Aspetto non proprio secondario in questo paese dove già da mesi non si parla d’altro e già tutto – qualsiasi manovra piccola o grande, nella capitale così come nei villaggi rurali – è condizionato e lo sarà sempre di più fino a dicembre 2024, dalle prossime elezioni, dalla campagna elettorale e dai suoi vecchi e nuovi protagonisti.

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