Sudan: aiuti militari da Russia, Libia ed Egitto alle parti in guerra
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Le rivelazioni del Wall Street Journal e della Cnn
Sudan: aiuti militari da Russia, Libia ed Egitto alle due parti in guerra
21 Aprile 2023
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti
Militari sudanesi (Credit: Reuters)

Il forte rischio di interferenze militari straniere nel conflitto in Sudan, che avevamo denunciato nemmeno 24 ore fa, sembra materializzarsi.

Nei giorni scorsi il Wall Street Journal (Wsj) e l’emittente Cnn hanno rivelato operazioni di sostegno militare alle due parti belligeranti da parte di Russia ed Egitto, con il coinvolgimento del generale libico Kalifa Haftar.

Secondo il Wsj, che cita “fonti diplomatiche sudanesi e regionali”, Haftar avrebbe inviato almeno un aereo con rifornimenti militari alle Forze di supporto rapido (Rsf) in Sudan, mentre il Cairo avrebbe mandato aerei da guerra e piloti a sostegno dell’esercito sudanese, guidato dal generale Abdel Fattah al-Burhan.

Alle accuse Haftar replicato negando un suo coinvolgimento. “Eravamo, siamo e continueremo a sostenere la stabilità e la sicurezza dello stato del Sudan e la sicurezza del suo popolo arabo-africano”, ha detto l’uomo forte della Libia orientale tramite un comunicato letto ieri dal portavoce dell’Esercito nazionale libico (Lna) Ahmed al-Mismari.

Haftar si è anzi detto “pronto a svolgere un ruolo di mediazione per fermare immediatamente i combattimenti e aprire la strada a un dialogo pacifico”, invocando la creazione di un comitato di mediazione arabo-africano.

Ieri, poi, il quotidiano statunitense ha riportato le denunce di “un attuale ed ex funzionario statunitense e di una persona vicina al capo dell’esercito sudanese” che parlano di armi pesanti consegnate dal gruppo paramilitare russo Wagner al leader delle Rsf Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemetti.

Una notizia confermata anche dalla Cnn attraverso lo studio di immagini satellitari open source analizzate dall’organizzazione “All Eyes on Wagner”, che mostrano un aereo da trasporto russo che fa la spola tra una base russa in Siria (a Latakia) e due importanti basi aeree libiche appartenenti ad Haftar (a Khadim e Jufra) e utilizzate anche dall’alleato gruppo paramilitare russo.

Attraverso questa triangolazione, Wagner avrebbe consegnato oltreconfine missili terra-aria alle Forze di supporto rapido, secondo la Cnn, che parla di un insolito aumento dell’attività nelle basi di Wagner in Libia già il 13 aprile, due giorni prima dello scoppio del conflitto, e proseguito almeno fino al 19 aprile.

Anche in questo caso è arrivata la smentita dei paramilitari russi, che hanno negato di operare in Sudan e affermato di non avere nulla a che fare con la guerra in corso. “A causa del gran numero di notizie di vari media stranieri sul Sudan, la maggior parte delle quali provocatorie, riteniamo necessario informare tutti che lo staff di Wagner non è in Sudan da più di due anni”, ha scritto il gruppo su Telegram, aggiungendo di non avere contatti da molto tempo né con al-Burhan, né con Hemetti.

Anche le Rsf hanno negato di aver ricevuto aiuti militari dalla Russia e dalla Libia. Certo è che da anni Hemetti beneficia del sostegno di Mosca che gli fornisce addestramento militare e armamenti, in cambio dell’accesso alle risorse aurifere sudanesi.

Certa è anche l’alleanza di Dagalo con Haftar che da tempo si avvale delle Rsf per le sue campagne militari contro il governo di Tripoli. Sospetto è anche l’incontro a Khartoum, il 13 aprile, tra Hemetti e uno dei figli di Haftar, Siddik, in apparenza per il sostegno (2 milioni di dollari) alla squadra di calcio locale al Merreikh.

Lo schieramento di Haftar e dell’Egitto a sostegno delle due parti in conflitto in Sudan rischia di avere anche risvolti più ampi sul piano regionale. In particolare per le ripercussioni che potrebbe avere sull’alleanza tra il leader della Cirenaica e il regime del Cairo, che in Sudan ha sempre tenuto ottimi rapporti, anche di collaborazione militare, con il generale al-Burhan.

 

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