Sudan: in Darfur le Forze di supporto rapido conquistano Nyala
Armi, Conflitti e Terrorismo Sudan
Espugnato il quartier generale dell’esercito nella capitale del Darfur Meridionale
Sudan: le Forze di supporto rapido conquistano la città strategica di Nyala
27 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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La mattina del 26 ottobre, nelle stesse ore in cui la sua delegazione di sedeva al tavolo negoziale di Jeddah, in Arabia Saudita, con gli inviati delle forze armate del Sudan (SAF), il gruppo paramilitare Forze di supporto rapido (RSF) annunciava la conquista di Nyala, capitale dello Stato-regione del Darfur Meridionale, seconda più grande città e centro commerciale del paese.

Dopo tre giorni di combattimenti, gli uomini guidati da Abdel Rahim Dagalo, fratello del comandante delle RSF Mohamed Hamdan Dagalo, alias Hemeti, hanno preso il controllo del quartier generale della 16a Divisione, il più consistente avamposto dell’esercito nella regione.

Una conquista – agevolata dalla diserzione di dozzine di soldati nei giorni precedenti – che segna una svolta importante nel conflitto iniziato il 15 aprile, con potenziali profonde implicazioni per l’equilibrio generale di potere.

Le RSF infatti controllano ora il secondo Stato più popoloso del Sudan dopo Khartoum, con una popolazione di oltre 3,4 milioni di persone. Uno Stato che ha un’importanza strategica per la sua posizione, al confine con il Sud Sudan, la Repubblica Centrafricana e, per un breve tratto, con il Ciad.

Con la conquista del quartier generale, inoltre, gli ex janjaweed aumentano la loro disponibilità di armi ed equipaggiamento bellico, e dunque la loro potenza di fuoco.

Il bollettino settimanale Europe External Programme with Africa (EEPA), riporta notizie non confermate secondo cui “il personale medico dell’ospedale italiano di Nyala è stato arrestato e maltrattato dalle RSF con l’accusa di aver curato i soldati della SAF.

Il controllo di Nyala e del Darfur Meridionale era un chiaro obiettivo fin dall’inizio di ottobre, quando le RSF avevano cominciato a schierarsi in modo massiccio alle porte della città, affiancate da migliaia di combattenti tribali affluiti dal del Darfur centrale, occidentale e orientale.

La prossima a cadere potrebbe essere  al-Fasher, capitale del Darfur Settentrionale che dista da Nyala poco meno di 200 chilometri, dove però le SAF hanno una forte presenza e sono sostenute da gruppi di ex ribelli darfuriani. Anche li sono in corso combattimenti.

Da mesi sotto attacco anche il Darfur Occidentale e la sua capitale El Geneina, dove RSF sono accusate di compiere operazioni di pulizia etnica.

Gli uomini di Hemeti sono dunque schierati su più fronti, con il probabile scopo finale di prendere il controllo dell’intera regione.

In questo senso la Darfur Bar Association (DBA), autorevole organizzazione di avvocati per i diritti umani, fa notare i “paralleli con il modello di governo libico di Khalifa Haftar”, con cui peraltro Hemeti e il suo clan hanno stretti e storici rapporti.

Nel Darfur Centrale continua dal 19 ottobre l’assedio al quartier generale dell’esercito a Zalingei, colpito dai bombardamenti delle RSF. Nuovi attacchi che non hanno risparmiato nemmeno un campo per sfollati e che stanno aggravando la già drammatica crisi umanitaria e sanitaria. Sempre secondo EEPA la capitale del Darfur Centrale sarebbe invece già caduta sotto il controllo dei paramilitari.

Al momento le RSF controllano anche alcuni stati del Kordofan (con scontri intensi nel Nord) e gran parte della capitale Khartoum, dove finora l’esercito è riuscito a proteggere le sue basi principali, nonostante sia stato costretto a trasferire il quartier generale e gran parte del governo a Port Sudan, sulla costa del Mar Rosso. Anche questa una mossa che non appare come un segno di forza.

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