Sudan: gli Stati Uniti impongono sanzioni a una divisione della polizia
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La Central Reserve Police accusata di grave violazione dei diritti umani
Sudan: gli Stati Uniti impongono sanzioni a una divisione della polizia
22 Marzo 2022
Articolo di Redazione
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Manifestanti a Khartoum il 23 gennaio 2022 (Credit: Afp)

Non si ferma la pressione degli Stati Uniti sulla giunta militare golpista in Sudan. Dopo aver bloccato un pacchetto di assistenza dal valore di 700 milioni di dollari, all’indomani del golpe militare del 25 ottobre 2021, ieri gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni alla Central Reserve Police (Crp), una divisione delle forze di polizia, accusata di essere stata in prima linea nella “risposta violenta” delle forze di sicurezza sudanesi alle proteste pacifiche a Khartoum e di “uso sproporzionato della forza” e “gravi violazioni dei diritti umani”.

Conosciuta localmente come “Abu Tayra”, in riferimento all’uccello che fa parte del loro logo, la Central Reserve Police è stata utilizzata durante la guerra del Darfur dei primi anni 2000 che causò 300mila morti e portò all’incriminazione dell’allora presidente Omar El-Bashir – deposto nell’aprile 2019 – alla Corte penale internazionale per crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio.

Intanto anche ieri, come da molti giorni ormai, i manifestanti (tra cui moltissimi studenti) sono scesi in strada nella capitale e nelle principali città del paese. A Khartoum sono stati dispersi con gas lacrimogeni, granate assordanti e getti di acqua mentre tentavano di marciare verso il palazzo presidenziale.

E anche ieri, come già sabato scorso, è morto un minorenne, Ahmed Abdelhadi, di appena 13 anni, deceduto in ospedale a causa di una ferita da arma da fuoco alla testa, durante le manifestazioni del 17 marzo. Delle 89 persone morte nelle proteste dopo il golpe del 25 ottobre, 15 sono minori, fa sapere l’associazione dei medici sudanesi. Oggi e domani nuove proteste con blocchi delle strade nella capitale e nelle due città gemelle.

Intanto ieri il governo ha annunciato che le scuole primarie chiuderanno un mese prima del calendario. «Alcuni dicono sia per motivi di sicurezza, altri che si tratti di un modo di risparmiare sulla spesa delle scuole, visto che il governo è in bancarotta», riferisce a Nigrizia una fonte dalla capitale coperta da anonimato per motivi di sicurezza.

La chiusura coincide con uno sciopero degli insegnanti delle scuole pubbliche, indetto a partire da ieri. I docenti chiedono un aumento dei salari a fronte dell’incredibile aumento del costo della vita, dovuto in parte alla speculazione finanziaria internazionale e agli effetti della guerra in Ucraina.

E proprio contro le attività della Russia in Sudan si sono scagliati ieri Stati Uniti, Regno Unito e Norvegia che in una dichiarazione congiunta, condivisa dall’ambasciata statunitense in Sudan sui social media, accusano la compagnia militare privata russa Wagner Group, vicina al Cremlino, di essere impegnata in attività illecite che minano lo stato di diritto in Sudan.

“In Sudan, il Gruppo Wagner, una compagnia militare privata strettamente legata al (presidente russo Vladimir) Putin, diffonde disinformazione sui social media e si impegna in attività illecite legate all’estrazione dell’oro. Le attività del gruppo Wagner minano il buon governo e il rispetto dello stato di diritto per cui il popolo sudanese ha combattuto dalla rivoluzione del 2018-2019″, si legge nella nota.

Nel luglio 2020 gli Stati Uniti hanno sanzionato tre persone e cinque società attive in Sudan collegate a Evgeny Prigozhin, uomo d’affari strettamente legato al presidente russo e finanziatore del gruppo Wagner.

È noto che le società di sicurezza private russe come Wagner, Patriot, Sewa Security Service e RSB sono presenti in Africa. Wagner, che è la più attiva, opera in Libia, Angola, Algeria, Repubblica democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Madagascar, Mali, Mozambico, Sudan e Zimbabwe.

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