Etiopia: scoperti rilevanti traffici di armi leggere in Amhara - Nigrizia
Conflitti e Terrorismo Etiopia
La denuncia dell’Ufficio per la pace e la sicurezza dello Stato-regione, teatro di un aspro conflitto tra esercito nazionale e milizie FANO
Etiopia: scoperti rilevanti traffici di armi leggere in Amhara
21 Dicembre 2023
Articolo di Redazione
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Un allarme per il proliferare di traffici di armi è stato lanciato ieri dall’Ufficio per la pace e la sicurezza dello Stato-regione Amhara, teatro di un conflitto scoppiato lo scorso aprile tra le milizie locali FANO e le Forze di difesa nazionale etiope (ENDF).  

L’Amhara Peace and Security Bureau raccoglie una recente dichiarazione pubblicata dall’ufficio regionale di comunicazione che denuncia “un lavoro organizzato di contrabbando di armi nella regione per renderla un centro di caos e violenza”.

La dichiarazione descrive dettagliatamente un sequestro significativo, rilevando che “un camion, proveniente da Macallè (capitale dello Stato-regione del Tigray, ndr) con il pretesto di trasportare cemento, è stato fermato dalla polizia di Filakit Geregera. Si è scoperto che trasportava un arsenale di armi da fuoco, tra cui 10.385 kalashnikov e pistole Bren”.

Un’altra segnalazione di sequestro porta la firma dell’ufficio di presidenza che parla di un secondo camion proveniente dal distretto di Gayint, intercettato all’arrivo nella città di Debre Tabor e trovato con un carico di 7 kalashnikov, oltre 2.000 altre armi da fuoco e 15mila proiettili.

Un terzo camion in viaggio da Kobo a Debre Tabor, nascondeva 8.143 munizioni, e un quarto automezzo sulla rotta da Kobo a Gayint, che era stato sequestrato mentre trasportava illegalmente fucili di precisione in un carico di sabbia.

Nessuna delle agenzie menziona le date dei sequestri, i presunti responsabili dei traffici né i possibili destinatari dei carichi. Da notare inoltre che in Amhara il governo centrale ha imposto lo stato di emergenza lo scorso agosto, una misura che dovrebbe garantirgli un maggior controllo del territorio.

Si tratta in ogni caso di un segnale preoccupante dell’incancrenirsi del conflitto che, insieme ad altre crisi interne, sta mettendo in difficoltà il primo ministro Abiy Ahmed.

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