Guinea-Bissau: in aumento gli attacchi ai luoghi di culto - Nigrizia
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Nuovi rischi di estremismo islamico. Inascoltati finora gli appelli dei leader religiosi
Guinea-Bissau: in aumento gli attacchi ai luoghi di culto
Colpite chiese cattoliche, evangeliche, moschee e sedi di religioni tradizionali, i cui rappresentanti sono tornati a chiedere sicurezza, invitando polizia e magistratura ad indagare. Una questione che sta assumendo anche contorni politici
29 Marzo 2024
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
La chiesa vandalizzata di Santa Isabel de Gabu nella diocesi di Bafata (Credit: Vatican News)

Pochi giorni fa una riunione dei leader dei principali culti religiosi presenti nella Guinea-Bissau presso la Casa dos Direitos di Bissau ha approvato e reso pubblico un documento in merito alla preoccupante situazione di intolleranza religiosa che da qualche anno si sta vivendo in questo piccolo paese dell’Africa occidentale.

E che si sta aggravando nel corso delle ultime settimane. Sono stati i rappresentanti della chiesa cattolica, musulmana, evangelica e tradizionale africana a lanciare un nuovo allarme.

Il messaggio principale è stato un invito alle autorità giudiziarie a indagare gli ormai numerosi attentati contro chiese evangeliche, cattoliche, moschee e luoghi di culto delle religioni tradizionali, rimasti impuniti e che, a detta dei redattori del documento, minaccerebbero la coesione e la pace a livello nazionale.

Padre Augusto Tambá, portavoce dell’incontro, appartenente alla diocesi di Batafá, ha sottolineato come episodi di intolleranza religiosa non debbano essere sottovalutati da parte delle autorità, come rilevato a suo tempo anche dall’Agenda Comune per la Pace dei leader religiosi, adottata nel 2022, grazie al finanziamento dell’Unione Europea e del portoghese Istituto Camões.

Escalation senza responsabili

Dei poco più di due milioni di abitanti della Guinea-Bissau, circa il 45% si dichiara musulmano (con prevalenza dei sunniti e una significativa presenza sufi), il 31% pratica culti tradizionali di matrice africana e il 22% si riconosce nel cristianesimo, con prevalenza di cattolici (soprattutto nella capitale Bissau) ed evangelici, anche se il sincretismo religioso è presente quasi ovunque.

Il paese ha sempre goduto di un buon clima in termini di tolleranza religiosa, tuttavia, almeno dal 2017 vari episodi di violenza hanno fatto capolino, interessando numerose confessioni, con un’accelerazione nel corso degli ultimi due anni.

Nel 2022, per esempio, la chiesa cattolica di Gabu (parrocchia Santa Isabel) è stata saccheggiata da sconosciuti, scenario che si è ripetuto circa un anno dopo a Bissau, presso la parrocchia Beata Anuarite. Ma anche una moschea, sempre a Gabu, è stata presa di mira nel 2022, mentre, a inizio 2024 i bersagli preferiti si sono concentrati in luoghi di culto tradizionali.

A Mindará, in pieno centro di Bissau, è stato prima incendiato un luogo di culto tradizionale dell’etnia pepel, a cui è seguito, pochi giorni dopo, un analogo episodio riguardante una chiesa evangelica. Anche la localizzazione geografica, in pochi anni, sta cambiando.

Se, in precedenza, gli attacchi avvenivano in prevalenza fuori dalla capitale, ultimamente è proprio Bissau l’epicentro delle violenze: con forze di polizia inerti, nonostante gli appelli di tutti i religiosi del paese, nonché delle principali organizzazioni non governative impegnate nel mantenimento della pace.

Sin dal 2022, infatti, sono stati fatti pronunciamenti pubblici affinché la polizia offrisse protezione ai principali luoghi di culto, sino a oggi rimasti inascoltati.

Critiche all’attuale governo

La questione degli attacchi ai luoghi di culto religiosi sta assumendo contorni politici, oltre che di pubblica sicurezza. Nkanandé Cá, vice-coordinatore del collettivo Nô Raiz, organizzazione che difende i culti africani tradizionali, ha criticato il fatto che il consiglio dei ministri mai abbia affrontato seriamente il tema, mostrando poca preoccupazione per il clima sempre più teso che si sta vivendo nel paese.

La questione è ancora più grave se si pensa che l’atmosfera generale di intolleranza religiosa nell’Africa occidentale sta aumentando dappertutto, con un aggravamento della situazione nei confronti dei cristiani.

In Nigeria, per esempio, lo stato-guida della regione insieme al Senegal, gli attacchi anti-cristiani sono aumentati sia in numero che in intensità, di fronte all’avanzata di tendenze estremiste di matrice islamica che lo stesso islam ufficiale non riesce a contenere.

I dispositivi di sicurezza in un paese fragile come la Guinea-Bissau preoccupano, anche alla luce del fatto che, a giugno prossimo, la capitale Bissau ospiterà, per la prima volta, l’Assemblea generale dell’Unione Regionale dei Padri dell’Africa Occidentale (URPAO), il cui tema principale sarà proprio “La Chiesa cattolica di fronte all’intolleranza dei conflitti etnici e interreligiosi nell’Africa subsahariana”.

Un’ottima occasione per fare il punto della situazione sulla questione, ma anche una eccellente opportunità per organizzare nuovi attentati da parte di chi intende minacciare la pace e la tranquillità di un paese fra i più poveri al mondo.

E una nuova sfida in termini di sicurezza per il traballante governo guidato dal presidente Embaló, ormai a fine mandato e prossimo a sfidare l’eterno rivale Domingos Simões Pereira in una contesa elettorale che si preannuncia per lui molto complicata.

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