Roma teme i possibili sottomarini nucleari russi nell’est della Libia
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La proposta sarebbe stata fatta dal viceministro della difesa russo al generale Haftar
L’Italia teme i possibili sottomarini nucleari russi nell’est della Libia
La notizia è uscita su TheTimes: Mosca tratta con l’uomo forte di Bengasi la possibilità di installare sottomarini nucleari in una base che spera di stabilire nella Libia orientale. Una eventuale minaccia per il lato sud dell’Europa. Intanto il Cremlino vuole costruire la sua prima base militare in Centrafrica
01 Febbraio 2024
Articolo di Gianni Ballarini
Tempo di lettura 4 minuti
Da sinistra, il generale Haftar e il viceministro russo alla difesa, Yevkurov

C’è una notizia che sta allarmando i vertici politici e soprattutto militari italiani. È uscita su The Times il 30 gennaio e poi ripresa anche dai siti libici.

Il quotidiano londinese ha rivelato che a Roma cominciano ad aumentare i timori che la Russia possa installare sottomarini nucleari in una base che spera di stabilire nella Libia orientale. Decisione che rafforzerebbe l’influenza russa nel Mediterraneo centrale collocando, appunto, armi nucleari sul lato meridionale d’Europa.

Il 29 gennaio il viceministro della difesa russo Yunus Bek Yevkurov era a Bengasi per la sua quarta visita. La prima era stata ad agosto. Ha incontrato il comandante militare Khalifa Haftar con cui, secondo The Times, ha parlato della creazione di una base navale russa a Tobruk. Base che potrebbe aggiungersi alle due esistenti nel Mediterraneo orientale, a Tartus e Latakia, in Siria. Sono almeno tre anni, infatti, che il porto di Tobruk e l’aeroporto di Benina (circa 20 km a est di Bengasi e già utilizzato insieme agli aeroporti di al-Jufra e Sirte dal personale della Wagner) sono stati indicati come i luoghi dove la Russia intende replicare il “binomio” vincente siriano costituito dal porto di Tartus e dall’aeroporto di Hmeimim nella provincia di Latakia.

Legione africana

In quegli incontri si sono pure confrontati sull’idea di Mosca di creare una legione africana (Africa corps?) che dovrebbe progressivamente sostituire il Gruppo Wagner in Africa e attivarsi, almeno inizialmente, in cinque paesi, inclusa la Libia.

Legame con la Russia

Ma Haftar e il suo cerchio magico (composto principalmente dai figli Saddam e Khaled) è da almeno il 2018 che hanno un rapporto molto stretto con Mosca. Wagner è stata una spalla importante per le milizie delle Forze armate arabe libiche (LAAF) – una fusione di milizie a volte indicate anche come Esercito nazionale libico – negli scontri tra 2019-2020 contro il governo riconosciuto internazionalmente di Tripoli, appoggiato dalla Turchia.

Dalla firma del cessate il fuoco mediato dalle Nazioni Unite nell’ottobre 2020, non si è assistito alla ripresa del tipo di violenza su larga scala che si era verificata nella seconda guerra civile del paese, quando Haftar aveva attaccato Tripoli. La fragile pace è stata preservata anche attraverso le intese raggiunte tra Russia e Turchia, che a metà del 2020 hanno raggiunto un modus vivendi che ha consentito alle truppe LAAF di ritirarsi nel centro del paese e ai mercenari Wagner di ritirarsi incolumi dalle aree della Libia occidentale.

E in Niger?

L’ alleanza tra Bengasi e Mosca si sta allargando al vicino Niger. Haftar, infatti, sta stringendo legami più stretti con la giunta di Niamey con l’approvazione della Russia. Il riavvicinamento sta aprendo la strada a un’alleanza senza precedenti lungo il confine desertico tra Niger e Libia, che i migranti attraversano nel loro cammino verso l’Europa.

Il Cremlino e la prima base in Centrafrica

Mosca, nel frattempo, continua la sua opera di consolidamento in Africa. Bloomberg ha recentemente scritto che costruirà una base militare nella Repubblica Centrafricana, dove è quasi raddoppiato, da settembre 2023, il numero di soldati russi (quasi 2mila) che aiutano l’esercito ad addestrare e a combattere i gruppi ribelli.

«Abbiamo molti russi qui. È necessario fornire loro una base», ha rivelato a Bloomberg Pascal Bida Koyagbele, consigliere senior del capo di stato centrafricano Faustin-ArcangeloTouadéra, precisando che «l’esatta ubicazione della base resta top secret» e che il governo «sta ancora analizzando diversi siti». 

L’agenzia americana ha pure scritto che la «base potrebbe anche fungere da quartier generale regionale (HQ) per le truppe russe schierate in diversi paesi africani. In un’intervista pubblicata il 29 maggio 2023 dal quotidiano russo Izvestia, l’ambasciatore della Repubblica Centrafricana a Mosca, Léon Dodonu-Punagaza, aveva annunciato che Bangui è pronta ad ospitare una base militare che potrebbe ospitare fino a 10mila soldati russi, indicando poi che questi uomini potrebbero essere utilizzati in altri paesi.

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