Senegal: Sonko in terapia intensiva dopo 10 giorni di digiuno
Politica e Società Senegal
L’oppositore denuncia una campagna giudiziaria nei suoi confronti per evitare che si candidi alle presidenziali
Senegal: Sonko in terapia intensiva dopo dieci giorni in sciopero della fame
26 Ottobre 2023
Articolo di Redazione
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Ousmane Sonko

Si sono aggravate le condizioni di salute di Ousmane Sonko, esponente di spicco dell’opposizione in Senegal, detenuto dallo scorso luglio e in sciopero della fame dal 17 ottobre.

Il politico, fa sapere Cire Cledor Ly, uno dei suoi avvocati, è ricoverato in terapia intensiva in un ospedale di Dakar. Ѐ «molto debole» ed è caduto brevemente in coma il 23 ottobre, riprendendo conoscenza lo stesso giorno.

«La situazione è allarmante: i medici gli stanno prescrivendo un trattamento che non può rifiutare», ha detto Cledor Ly. «Lancio un appello solenne al capo dello Stato, affinché intervenga per porre fine a questa situazione».

Il capo dello Stato a cui si appella l’avvocato è Macky Sall che Sonko accusa di essere il manovratore di una campagna giudiziaria volta demolire la sua carriera politica e ad evitare la sua candidatura alle elezioni presidenziali del prossimo 25 febbraio.

Negli ultimi due anni l’oppositore ha dovuto affrontare una serie di aspre battaglie legali. A maggio era stato condannato in appello a sei mesi di carcere e al pagamento di 300mila euro per diffamazione del ministro del turismo Mame Mbaye Niang, con sospensione della pena.

Il 1° giugno era arrivata una seconda condanna, questa volta a due anni di carcere, in seguito a un’accusa di violenza sessuale.

Una vicenda che aveva scatenato le proteste dei suoi sostenitori, sedate con violenza dalle forze di sicurezza, con scontri mortali.

In seguito a questa condanna il suo nome era stato cancellato dalle liste elettorali. Una misura contro la quale si è espresso il 12 ottobre scorso il giudice del tribunale amministrativo di Ziguinchor, città della regione meridionale di Casamance, di cui Sonko è sindaco.

Il magistrato ha annullato la sua radiazione dalla lista elettorale e ne ha ordinato il reintegro, ma non è garantito che il politico possa candidarsi.

La sequela di azioni penali era proseguita a luglio con l’arresto e la detenzione dell’oppositore, accusato tra l’altro di fomentare un’insurrezione, associazione a delinquere collegata a un’impresa terroristica e attentato alla sicurezza dello Stato, per fatti risalenti al 2021.

Anche allora (il 30 luglio) Sonko aveva cominciato uno sciopero della fame che ad agosto lo aveva portato al ricovero in terapia intensiva. Digiuno interrotto il 2 settembre grazie all’intervento di influenti leader religiosi.

Sempre in agosto, mentre Sonko era in custodia cautelare, era arrivato l’ordine di scioglimento del suo partito, Pastef, accusato di aver «frequentemente chiamato i suoi sostenitori a dei movimenti insurrezionali» che hanno portato a «numerose perdite di vite umane e di feriti, nonché ad atti di saccheggio e vandalismo di beni pubblici e privati».

Nel frattempo Macky Sall aveva annunciato che non si sarebbe ricandidato per un terzo mandato consecutivo – peraltro non previsto dalla Costituzione – indicando come suo delfino e candidato della coalizione Benno Bokk Yakaar (BBY) il primo ministro Amadou Ba.

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