Concluso in Egitto il primo round di negoziati sulla GERD - Nigrizia
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Egitto ed Etiopia si sono impegnate a trovare un’intesa sulla gestione delle acque del Nilo sbarrate dalla diga, ma le posizioni sono ancora distanti
Concluso in Egitto il primo round di negoziati sulla GERD
30 Agosto 2023
Articolo di Redazione
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Si è chiuso la sera del 28 agosto al Cairo, in Egitto, il primo round di negoziati, in corso a fasi alterne ormai da anni, sul controllo delle acque del fiume Nilo dopo l’entrata in funzione della Grande diga della rinascita etiopica (GERD), costruita da Addis Abeba sul Nilo Azzurro, a una decina di chilometri dal confine sudanese.

Dopo due giorni di incontri, le delegazioni di Etiopia, Egitto e Sudan hanno deciso che il prossimo round si svolgerà nella seconda metà di settembre ad Addis Abeba.

Egitto e Sudan puntano a raggiungere un accordo giuridicamente vincolante che dia loro controllo e voce in capitolo sul modo in cui la diga verrà gestita e riempita.

Gli stati a valle sono preoccupati per l’effetto che la GERD avrà sulle loro riserve idriche, poiché entrambi dipendono fortemente dal Nilo.

Il Cairo in particolare, visto che circa il 90% dell’acqua egiziana proviene dal Nilo e l’85% di questa arriva dall’affluente Nilo Azzurro. Timori accresciuti dagli effetti del cambiamento climatico e dal rischio di prolungati periodi di siccità.

Le tensioni fra i tre paesi risalgono già al 2011, anno in cui fu posta la prima pietra del colossale sbarramento, necessario, secondo Addis Abeba, per la produzione di energia elettrica e lo sviluppo economico e sociale della nazione.

La ripresa dei negoziati è seguita ad un incontro, il 13 luglio scorso, tra il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il primo ministro etiopico Abiy Ahmed, che si sono impegnati a raggiungere un accordo entro quattro mesi.

Nonostante le concilianti dichiarazioni e gli sforzi di dialogo però, le controversie non sembrano appianate.

Al termine della riunione al Cairo, il portavoce del ministero egiziano delle risorse idriche e dell’irrigazione, Mohamed Ghanem, ha dichiarato che il mancato accordo con Addis Abeba sulla controversa diga sul Nilo è dovuto alla mancanza di un “cambiamento tangibile nelle posizioni etiopi”.

“Stiamo continuando a negoziare con proposte che rispettano i diritti e gli interessi di ciascun paese, e la base per i negoziati è la posizione dell’Etiopia riguardo al riempimento della GERD in tempi di siccità e siccità prolungata e non solo legata al quarto riempimento della diga”, ha aggiunto.

Il riferimento è ai tre precedenti riempimenti del gigantesco bacino, l’ultimo avvenuto nell’agosto 2022, effettuati da Addis Abeba unilateralmente, senza consultazioni con i paesi a valle.

Si ritiene che il totale dell’acqua immagazzinata nel serbatoio sia ora di 17 miliardi di metri cubi, a fronte di una capacità complessiva prevista di 74 miliardi di metri cubi. Un quarto riempimento, previsto il mese scorso, è stato posticipato proprio per non inasprire i rapporti in vista dei colloqui.

Due questioni chiave riguardano quanta acqua l’Etiopia rilascerà a valle nel caso in cui si verificasse una siccità pluriennale e su come i tre paesi risolveranno eventuali future controversie.

Ma finora Addis Abeba ha rifiutato un arbitrato vincolante.

A gettare però una nuova luce di ottimismo sulla possibilità che Egitto – che rappresenta anche gli interessi del Sudan, politicamente in difficoltà dopo lo scoppio della guerra civile – ed Etiopia raggiungano finalmente un accordo, è la recente ammissione dei due paesi nel gruppo dei BRICS.

Una svolta che necessariamente li porterà a rinvigorire le relazioni e il dialogo, visto che, insieme al Sudafrica, sono gli unici paesi in rappresentanza del continente.

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