Export di armi. Boom dell'Italia: più 45% - Nigrizia
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Nuovo rapporto Sipri sul commercio di sistemi d’arma
Export di armi. Boom dell’Italia: più 45%
È tra i paesi che è cresciuto di più negli ultimi 4 anni. In valori assoluti dominano gli Usa (40% dell’export globale). Mentre la Russia cala. Le importazioni degli stati europei sono aumentate del 47%. Se poi si prendono in considerazione gli stati europei che fanno parte della Nato, l’aumento è del 65%. Calano gli acquisti degli stati dell'Africa subsahariana (- 23%). Angola, Nigeria e Mali (+210%) tra i principali destinatari. Mosca supera Pechino come principale fornitore nella subregione
13 Marzo 2023
Articolo di Giba
Tempo di lettura 5 minuti

I segnali erano evidenti da tempo. Ad esempio, la chiusura di bilancio di Leonardo, colosso italiano della difesa, era da “stappo della bottiglia”. Il gruppo, guidato al momento da Alessandro Profumo, ha archiviato il 2022 con un risultato netto positivo per 932 milioni (+58,5% sul 2021). Si tratta di un deciso allungo rispetto all’anno precedente, quando i profitti della vendita di armi sfiorarono i 600 milioni, consentendo a Piazza Monte Grappa di tornare a staccare la cedola agli azionisti.

A spingere i conti di Leonardo, il buon andamento degli ordini, pari a 17,3 miliardi (+21%) e i ricavi, che in un anno non certo facile per la congiuntura internazionale, hanno accelerato a 14,7 miliardi (+4,7%).

Il caso Italia

A certificare che l’export armiero italiano gode di ottima salute è ora il nuovo report del Sipri, l’istituto di Stoccolma tra i più autorevoli in tema di commercio di armi.

Nel periodo 2018-22, l’Italia ha rappresentato il 3,8% delle esportazioni di armi a livello mondiale. Negli anni presi in esame, le sue esportazioni sono state superiori del 45% rispetto al 2013-17. Circa due terzi (67%) dell’export sono stati destinati al Medioriente.

Tra i primi sette esportatori di armi al mondo – dopo Stati Uniti, Russia e Francia –Roma e la Corea del Sud (+74%) sono gli unici paesi ad aver avuto un andamento estremamente positivo. Gli altri 5 paesi, invece, hanno visto diminuire le loro esportazioni di armi: Cina (-23%), Germania (-35%), Regno Unito (-35%), Spagna (-4,4%) e Israele (-15%).

 

E dove vendono le aziende made in Italy? Medioriente, soprattutto. Il Qatar è il principale paese (24% delle nostre esportazioni) l’Egitto, il secondo (23%) e la Turchia (12%). Tutti paesi che presentano problemi di assenza di diritti civili e in alcuni casi sono pure protagonisti di conflitti molto sanguinosi (come Ankara in Siria o in Turchia).

Risultati che faranno certamente sorridere il ministro della difesa Guido Crosetto, che spinge per far entrare l’Italia nel ristretto club del 2% (i paesi che spendono il 2% del pil in spese militari).

Dati generali

Ma quali sono i dati più importanti che emergono dal nuovo report di Sipri?

Le importazioni di sistemi d’ami da parte degli stati europei sono aumentate del 47% tra il 2013-17 e il 2018-22. Se poi si prendono in considerazione gli stati europei che fanno parte della Nato, l’aumento è del 65%. La risposta a questa crescita è banale: è il frutto del tentativo di rafforzare i propri arsenali di fronte alla percezione di una maggiore minaccia da parte della Russia dopo lo scoppio del conflitto in Ucraìna.

 

 

Se invece si osserva il livello globale dei trasferimenti internazionali di armi, si assiste a una diminuzione del 5,1%. Un calo che si registra in Africa (-40%), nelle Americhe (-21%), in Asia e Oceania (-7,5%) e in Medioriente (-8,8%).

L’altro dato è che la quota degli Stati Uniti nelle esportazioni globali di armi è aumentata dal 33 al 40%, mentre quella della Russia è scesa dal 22 al 16%. Anche qui la storia di questi mesi spiega questa fotografia: Mosca trattiene per sé una parte più consistente degli armamenti prodotti. Il numero dei principali destinatari di armi russe è sceso da 10 a 8. Sono calate le esportazioni verso l’India (-37%), da sempre il maggior destinatario di armi russe. Tuttavia, sono aumentate quelle verso la Cina (+39%) e l’Egitto (+44%), che ora sono il secondo e il terzo  destinatario della Russia.

I cinque maggiori esportatori di armi nel periodo 2018-22 sono stati gli Usa (+17%), la Russia (-31%), la Francia (+44%), la Cina (-23%) e la Germania (-35%). Insieme, hanno fornito il 76% delle esportazioni mondiali di armi nel periodo 2018-22.

 

 

Importatori

Per quanto riguarda invece i cinque maggiori importatori di armi (sui 167 identificati dal Sipri), India, Arabia Saudita, Qatar, Australia e Cina hanno ricevuto insieme il 36% delle importazioni mondiali di armi. Gli stati dell’Asia e dell’Oceania hanno rappresentato il 41% di tutte le importazioni di armi nel periodo considerato, seguiti da Medioriente (31%), Europa (16%), Americhe (5,8%) e Africa (5%).

Ovviamente l’Ucraìna è diventata un importante importatore di armi: il 3° nel 2022.

Africa

E come esce il continente africano dal rapporto Sipri?

Le importazioni sono diminuite del 40% tra il 2013-17 e il 2018-22, soprattutto a causa del calo nei due maggiori importatori della regione, Algeria (-58%) e Marocco (-30%). I principali fornitori dell’Africa sono stati la Russia, che rappresenta il 40% delle importazioni africane di sistemi d’arma, gli Stati Uniti (16%), la Cina (9,8%) e la Francia (7,6%).

Africa subsahariana

Gli stati dell’Africa subsahariana hanno rappresentato il 2% del totale delle importazioni globali con un calo del 23% rispetto al quadriennio precedente. I tre maggiori importatori sono stati Angola, Nigeria e Mali.

La Russia ha superato la Cina, diventando il maggior fornitore della subregione. La sua quota è passata dal 21% del 2013-17 al 26% del 2018-22, mentre quella della Cina è scesa dal 29% al 18%. La Francia ha aumentato la sua quota dal 4,8% all’8,3%, diventando così il terzo fornitore di sistemi d’armi dell’Africa subsahariana.

I volumi delle importazioni di armi variano significativamente a seconda dei paesi. Ad esempio, le importazioni del Mali sono aumentate del 210% tra il 2013-17 e il 2018-22. La Russia è stata il suo principale fornitore in entrambi i periodi, ma il Mali ha ricevuto armi anche da Brasile, Cina, Francia, Sudafrica, Spagna, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti. Dopo i colpi di stato in Mali nel 2020 e 2021, Francia e Stati Uniti sono diventati molto più riluttanti a fornire armi al paese. La Russia, invece, ha aumentato le sue esportazioni nel 2021-22.

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